lunedì 18 ottobre 2010

La pellicola è poesia

Ciao a tutti.
Mi chiamo Alberto e questo è il mio primo post.
A dire il vero potrebbe essere anche l'unico.
Mi conosco, sono incostante e molto molto pigro.

Che dirvi di me, sono nato nei favolosi anni '70, quindi non sono più giovincello. Ma la mia viscerale passione per la fotografia risale a solo due anni fa. Inutile dirlo, siamo nel 2008,  la mia prima macchina fotografica è stata una gloriosa Nikon D70 di seconda mano che ancora uso ed è tuttora la mia unica fotocamera digitale.
Ma è il mio primo post e non vorrei annoiarvi con queste vecchie storie...

Vorrei invece parlarvi della mia personale scoperta di una strada alternativa, un percorso tanto impervio quanto gratificante: la fotografia analogica.

Ecco la storia:
Era l'autunno del 2008 quando, bazzicando su ebay, scopro l'esistenza di uno sconfinato universo di macchine a pellicola in vendita a prezzi irrisori. Incuriosito inizio a studiare la cosa. Studio marche e modelli e scopro, soprattutto su flickr, un ancor più interessante universo fatto di immagini analogiche. Immagini magiche.
Così mi decido, monitorizzo ebay e in pochi giorni mi aggiudico una Yashica FX-D con 50mm f/1.9 alla bellezza di 19 euro... ebbene si, 19 euro!

Arriva e mi procuro, non senza difficoltà, una rullino di Kodak T-Max 400.
Ricordo ancora la paura nell'usare un mezzo così particolare ed il fascino misterioso dell'oggetto, della pellicola e della fotografia (quella vera).
Caricare il rullino, la messa a fuoco manuale, la leva di carica... un universo nuovo.

Scatto, scatto, scatto per trentasei volte e poi porto finalmente a sviluppare.
La mia fortuna è avere sotto l'ufficio un buon fotografo "vecchio stile": Dia Point (chi è di Genova lo conoscerà) e così, per altri 4,50 euro + 1,50 di provini le mie prime foto prendono vita .
Non sono niente male e ne scelgo alcune per la stampa.

Finalmente le vado a ritirare. Le guardo. E boh... non so... li per li mi sembrano moscie e spente, non saprei. Le guardo e le riguardo, ne scelgo una e l'appendo sulla parete di casa dedicata alle foto, in mezzo a una dozzina di altre immagini digitali.
 
Yashica FX-D
Yashica ML 50mm f/1.9
Kodak T-Max 400
Trascorrono i giorni e ogni volta che passo davanti a quella parete non posso fare a meno di notare quella foto.
Li per li non ne capisco il motivo, ma più i giorni passano più ruba la scena alle altre.
E' fatta. Dopo una settimana ne sono perdutamente innamorato.
La fotografia argentica mi è entrata dentro.
Le restanti foto sulla parete sono d'improvviso insulse, scialbe, fredde ed insignificanti.

La magia è compiuta.

Da allora tante cose sono cambiate.
Il mio "parco macchine" analogiche si è espanso (Rolleicord, Nikon FE2, Contax 39Q, Olympus 35RC... e tante altre...) e soprattutto la mia passione per la fotografia chimica è cresciuta a dismisura.

Ora sviluppo e stampo da me, e la spesa, altrimenti non proprio esigua, si è ridotta quasi a zero. Le pellicole ho imparato a comprarle online, risparmiando tantissimo. E la cosa forse più importante è che sono entrato in contatto con un mondo fotografico che vive sì nell'ombra ma che è vivissimo e che, almeno per me, è estremamente più interessante e stimolante dell'universo fotografico attuale, tutto preso a parlare di megapixel e sensori e lontano da tutti quelli aspetti poetici dell'Arte fotografica che emergono invece prepotenti nel microcosmo fatto di chimici e artigiani della pellicola.

Lo so, vi ho detto poco e nulla della magia che è scattata da quella foto appesa al muro. Ma l'amore per la fotografia analogica ognuno la può, se vuole, cercare da se. Sono convinto che il 99% delle persone, distratte come sono, non noterebbe mai la differenza tra una foto digitale ed un'analogica, ma in fondo si scatta e si stampa per se stessi e per quel 1% che ha la sensibilità e l'attenzione adatta ad apprezzare la poesia di una fotografia. Una foto-grafia vera, scritta con la luce.
A presto. (spero)

Alberto.


P.S.
Se siete curiosi questo è lo slideshow del mio primo rullino.

7 commenti:

  1. Teniamo viva la fotografia analogica! Bravo!

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  2. Ehi, non sapevo di questo blog! :)
    Ho letto tutti i post e spero che ne arrivano tanti altri ancora, bravo Alberto!
    --
    Giuliano

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  3. Ciao, ha senso sviluppare il rullino BN in casa e stampare presso un lab? sperando che sia quello giusto....

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    1. Umh... beh, se non hai proprio possibilità di stampare in casa, puoi provare. Io ho avuto risultati quasi sempre pessimi dai lab. Solo una volta (la prima) mi hanno fatto stampe veramente degne. Ma se trovi chi lavora bene, ed è molto difficile, perchè no?

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    2. era un modo per non interrompere il processo analogico, sono propenso ad acquistare uno scanner ma alla fine stamperei una foto da file , per lo sviluppo del rullino ( in BN ) potrei provarci ma anche stampare proprio no, tempo, spazio...

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