mercoledì 3 novembre 2010

Olympus 35 RC

Non posso che dedicare la prima mini-recensione di una macchina fotografica alla "piccola" di casa: la sorprendente Olympus 35 RC.
E' incredibile quanto il concetto di compatta economica fosse diverso negli anni '70. Lo standard qualitativo, soprattutto per ciò che concerne le ottiche, era decisamente più elevato. E questa piccola telemetro giapponese rientra a pieno diritto tra le migliori compatte del periodo.


Partiamo dall'aspetto. La macchina si presenta di dimensioni veramente ridotte 109x70x50mm per soli 410 grammi, un piccolo record per l'epoca, soprattutto considerate le caratteristiche tecniche.
Sta comodamente nella tasca di un giubbotto e questo la rende perfetta come macchina da avere sempre con se.
Solida e compatta grazie al corpo in metallo, ha un'estetica nel complesso molto piacevole.

L'ottica, non intercambiabile, è un E. Zuiko 42mm f/2.8 che, a dispetto delle apparenze spartane, riserva grandi sorprese. Lo schema ottico è un raffinato 5 elementi in 4 gruppi che offre immagini incredibilmente nitide e contrastate e l'assenza quasi completa di distorsioni e vignettature.
Cito l'autorevole Ken Rockwell:
By using an advanced 5-element deign, and the perfect normal focal length, Olympus is able to give the immortal 35RC incredible optical performance far beyond that of mere mortal cameras.
L'otturatore centrale, molto semplice e silenzioso, permette tempi da 1/500 ad 1/15 oltre alla posa B.
La macchina è dotata di un preciso esposimetro con cellula CDS posta esternamente sull'ottica e, cosa interessante e rarissima per questo tipo di compatte, lavora sia in priorità di tempi che in manuale.

Utilizzare la 35 RC è molto semplice.
Inserita la pellicola e ruotato l'anello esterno sul frontale dell'obiettivo per selezionare il corretto valore ISO (da 25 a 800) si può partire.
Per attivarla è sufficiente girare la piccola ghiera posta tra corpo e obiettivo e passare da "OFF" ad "A".
In questo modo si può iniziare a scattare in priorità di tempi.

Il mirino offre tutte le informazioni necessarie.
In alto la scala dei tempi, selezionabili con il comando posto nella parte superiore del corpo.
In basso la scala dei diaframmi, selezionati automaticamente in modalità "A" oppure manualmente tramite la piccola ghiera sull'ottica.

A sinstra di questa scala si trova la "red zone" che entra in azione sia nei casi di sovraeposizione che di sottoesposizione.

Al centro c'è l'area dedicata al telemetro per la messa a fuoco. Il telemetro non è al livello di una Leica ma è comunque di buona fattura, contrastato e ben visibile.

E' importante sottolineare che in modalità manuale l'esposimetro si disattiva. Può sembrare una pecca, ma questo in realtà permette di scattare sempre e comunque anche con batteria scarica.

Per attivare l'esposimetro, come nelle più moderne reflex, basta esercitare una leggera pressione sul pulsante di scatto. Una scelta davvero innovativa per l'epoca e decisamente funzionale, tanto che al giorno d'oggi è divenuto lo standard.

Caution - Wet floorYou know? It's a pond.Empty games (redux)

Vediamo un pò di aspetti negativi:
  • Le batterie.
    Come molte macchine di 40 anni fà la 35RC monta le solite pile da 1.3V al mercurio, ormai fuorilegge da anni ed in pratica introvabili. Le soluzioni sono due: o ritarare l'eposimetro per utilizzare le alcaline da 1.55V o utilizzare le Zinco-Aria da 1.35V che si trovano in rete a circa 9 euro l'una.
  • Manutenzione.
    Su Ebay la macchina si trova facilmente tra i 30 ed i 50 euro. La mia  però ha avuto bisogno di qualche piccolo intervento: la calibrazione del telemetro, la sostituzione delle guarnizioni e la pulizia del vano pile. Tutte operazioni che, anche chi ha poca pratica, può fare da sè senza l'intervento di un fotoriparatore.
  • Filtri.
    Inspiegabilmente la filettatura di questa macchina è di 43,5mm. Praticamente è impossibile trovare filtri adatti. Ho trovato però su ebay un paraluce in gomma di questo diametro... peccato che poi andasse a coprire il telemetro.
  • Blocco per sotto/sovra eposizioni.
    In modalità "A", nel caso ci sia troppa o poca luce, la lancetta dei diaframmi finisce nella "red zone" e blocca il pulsante di scatto. Sembra facile da capire, ma spesso ciò crea confusione in quanto la red zone è posta subito a sinistra del diaframma più aperto ed in caso di sovraesposizione pare un controsenso.
  • Massima apertura.
    Un comportamento molto strano della mia macchina è che in modalità "A" non scatta a f/2.8. Se voglio scattare a tutta apertura devo passare in modalità manuale. Non so se le altre RC35 si comportino allo stesso modo.
  • Distanza minima di messa a fuoco.
    Non è un vero e proprio difetto, in quanto sulle telemetro è la norma, ma va considerato che la distanza minima di messa a fuoco è di 90cm.

Portrait (on a train)


Altro aspetto interessante è l'integrazione col flash. Non l'ho mai sperimentato direttamente, ma pare essere un'altra features ben realizzata da Olympus. Qui, se masticate l'inglese, trovate molte informazioni a riguardo.

Sul frontale, sopra il marchio, trovate anche una levetta per l'autoscatto (tra i 9 e i 10 sec.).
Altra caratteristica "geniale" della macchina è l'AE lock. In pratica, fatta la lettura esposimetrica, se continuate a tenere il pulsante di scatto premuto a metà, la coppia tempo/diaframma rimane invariata sino al momento dello scatto. Semplice e intuitivo.

Concludendo.
L'Olympus 35 RC è un gioiellino che per pochi euro può essere vostra, non posso che consigliarla.
La qualità dell'ottica, come già detto, è sorprendente e la possibilità di avere pieno controllo sull'esposizione soddisferà anche i fotografi più esigenti. Il suo punto di forza rimane a  mio parere la dimensione ridotta, che ne fà una macchina da "tutti i giorni" con pochi compromessi.

I miei scatti con l'Olympus 35 RC:  photostream

8 commenti:

  1. mi piace il fatto che ut abbia un blog di fotografia. Ti seguirò obbligatoriamente :-)

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  2. una bella macchinetta! Sulla distanza minima di 90 cm è tipico delle macchine a telemetro; a distanze piu' brevi subentrano infatti importanti errori di parallasse

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  3. che differenze ci sono con la Yashica Electro 35?
    sono simili?
    quale consiglieresti tra le due?

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    1. Ciao. Ho avuto anche una Electro 35. Macchina bellissima esteticamente e con una lente favolosa. Però l'ho rivenduta perchè troppo grande e pesante...
      Inoltre il pulsante di scatto ha una corsa molto lunga, che è una sciochezza, ma non mi ci sono mai trovato bene.
      Così finiva che la lasciavo sempre a casa... e alla fine l'ho venduta.
      Qua ci sono un pò di miei scatti: http://www.flickr.com/photos/zoso74/sets/72157621091326768/

      La lente, soprattutto per il BN, è veramente notevole... se peso e dimensioni non sono un problema per te, è sicuramente una valida alternativa alla 35RC. Se invece vuoi una macchina da avere sempre dietro, da tenere in tasca, e senza compromessi sulla qualità... la 35RC vince a mani basse! :)

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  4. Ciao ! Incredibile ! Stavo cercando un parere per questa machina e l'ho trovato in casa (Zena)

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  5. Piccolo il mondo! :)
    Ho visto sul tuo stream in flickr degli ottimi scatti di street, la 35RC è perfetta (ed economica) per quel genere! ;)
    Se sei in dubbio... prendila tranquillo!

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  6. Stavo cercando qualche info su questa camera e ho trovato il tuo post. Sto meditando l'acquisto di questo gioiellino da affiancare alla mia modesta collezione di Olympus (OM-1 e XA2) ma ho ancora qualche perplessita' sulla messa a fuoco che, da quanto letto altrove, sembra essere "difficile" e poco precisa; le tue foto tuttavia (splendide) dicono l'esatto opposto. La camera e' in ottime condizioni ma il prezzo richiesto mi sembra un po' altino, 70€...
    Saluti

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